La celiachia (CD) è una malattia infiammatoria della mucosa dell’intestino tenue, che causa un progressivo appiattimento dei villi intestinali – fino alla loro completa atrofia – e un conseguente malassorbimento.
La celiachia è dovuta a una intolleranza nei confronti di una frazione proteica del glutine, chiamata gliadina, in soggetti geneticamente predisposti.
Il danno è determinato da:
a. una risposta immunitaria diretta contro la gliadina (costituisce la frazione prolaminica del glutine);
b. una risposta autoimmunitaria nei confronti di una proteina self tessutale (transglutaminasi) che interagisce con la gliadina non appena questa ha superato la barriera intestinale;
c. una probabile tossicità diretta sugli enterociti da parte della gliadina stessa.
Nella sua forma tipica e maggiormente conosciuta, la celiachia si manifesta tra i 6 e i 18 mesi di età, dopo pochi mesi dall’introduzione del glutine nella dieta (con lo svezzamento),
con una tipica sindrome da malassorbimento. Sintomi caratteristici sono la diarrea cronica con feci sfatte, voluminose e maleodoranti, il rallentamento della crescita,
l’inappetenza, la distensione e il dolore addominale, l’ipotonia muscolare, l’irritabilità, la perdita di peso. La gran parte dei casi di celiachia, tuttavia, non è diagnosticata a causa di una sintomatologia atipica,
prevalentemente extraintestinale: deficit staturale, osteoporosi, carenza di ferro, anemia, disfunzioni epatiche, aborti ricorrenti.

La bocca potrebbe essere una finestra privilegiata per porre il sospetto diagnostico di celiachia: infatti è da tempo noto come alcune alterazioni a carico dei tessuti duri e molli del cavo orale possano essere delle vere e proprie “spie” della malattia celiaca. Il dentista potrebbe essere quindi la prima figura sanitaria a porre il sospetto diagnostico, anche (e soprattutto) nelle forme paucisintomatiche e atipiche della malattia.
Di seguito sono trattati quelli che sono i principali aspetti odontostomatologici della malattia celiaca.

Difetti dello smalto
Se la malattia celiaca insorge durante lo sviluppo dei denti permanenti, (prima dei 7 anni), si possono verificare anomalie nella struttura dello smalto.
La letteratura sostiene che tali difetti sono prevalenti nella dentizione mista/permanente (9,5%-95,9%; media 51,1%) rispetto alla decidua (5,88%-13,3; media 9,60%)(10).
Questo dato si spiega considerando che lo sviluppo delle corone dei denti permanenti si verifica tra i primi mesi di vita e il settimo anno (dopo l’introduzione del glutine),
mentre la formazione dei denti decidui avviene principalmente a livello uterino. Tuttavia, la presenza di difetti dello smalto anche in dentizione decidua supporta l’ipotesi che fattori
immuno-genetici siano coinvolti nello sviluppo delle anomalie dentarie correlate alla celiachia.
Gli incisivi sono i denti più colpiti, seguiti dai molari, canini e premolari. Tale differente distribuzione sembra essere correlata allo sviluppo cronologico della dentizione permanente,
essendo gli incisivi e i primi molari i primi denti a calcificare.

Stomatite aftosica ricorrente (SAR)
È stata riscontrata una prevalenza di celiachia in pazienti affetti da SAR che, a seconda degli studi, varia dal 3,7 al 41%.
L’ipotetica correlazione tra morbo celiaco e RAS è supportata dal miglioramento, se non dalla completa remissione delle afte orali, in molti pazienti sottoposti a GFD (gluten-free-diet)
e dalla ricomparsa delle afte dopo reintroduzione del glutine.

Carie
Alcuni studi non riportano differenze nella prevalenza di carie tra soggetti celiaci e soggetti sani. Altri studi hanno evidenziato indici di carie
significativamente inferiori nei pazienti celiaci rispetto ai controlli. Questo dato potrebbe essere correlato ai regimi dietetici più controllati seguiti dai pazienti con celiachia.

Eruzione dentaria
Pastore et al. hanno osservato ritardi eruttivi nel 26% dei pazienti celiaci, spiegando tale risultato alla luce di un generale ritardo di crescita

La moderna odontoiatria dispone di tutti i mezzi e le conoscenze per aiutare e indirizzare la diagnosi di malattia celiaca.
Quest’ultima è stata paragonata, a giusta ragione, a un iceberg: il riconoscimento dei segni e sintomi intraorali permette di far emergere proprio quella porzione di pazienti non diagnosticati (la parte sommersa dell’iceberg), migliorando di molto la qualità della vita dei pazienti e le loro aspettative di vita.